martedì 1 novembre 2016

Creta di Riosecco... una piacevole novità

Al nostro arrivo in tarda mattinata ci accoglie una Pramollo ancora semi-desertica. In questo periodo la località è completamente fuori stagione: malghe e alpeggi hanno da tempo chiuso i battenti mentre per la neve sciabile si deve aspettare ancora alcune settimane col risultato che in giro non si trova praticamente nessuno e gli esercizi commerciali sono tutti chiusi. Buon per noi. Calzati gli scarponi partiamo verso la nostra prima meta, la Sella di Aip. Salendo a vista puntiamo verso la cresta del Monte Madrizze, riconoscibile per i numerosi impianti di risalita posti sulla larga e verdeggiante cresta. Proseguiamo così alternando tratti di sentierino ad altri sulle piste da sci o sulle sterrate adibite al transito di mezzi a motore. Con ritmo blando in tre quarti d'ora effettuiamo lo scollinamento della cresta del Madrizze. Successivamente è obbligatorio scendere di circa duecento metri nel valloncello sull'altro versante per poi risalire verso sella di Aip che collega tra di loro i massicci del monte Cavallo ad est a della Creta di Aip a ovest. Inizialmente per scendere decidiamo di seguire il sentiero 413-414 ma giunti circa al punto più basso sbagliamo strada svoltando a destra verso l'ultimo dei laghetti artificiali costruiti su questo versante invece di proseguire verso sinistra (indicazioni in austriaco monte Cavallo e Sella di Aip). Dall'ultimo bacino idrico risaliamo il ramo di destra della pista che scende dal Trogkofelbahn, ovvero l'impianto di risalita più alto di questo versante del comprensorio sciistico. Poco più sotto, a quota 1900 circa, lascio riposare sotto i mughi la compagna di viaggio e proseguo da solo verso la cima della Creta di Riosecco. Raggiungo la sella e finalmente davanti a me si apre il panorama verso sud. Percorro una facile crestina a cavallo tra due vallate molto particolari: da una parte il versante soleggiato dei pascoli tra Studena e di Cason di Lanza; dall'altro il più freddo e ombroso versante  comprensorio di Pramollo, votato al turismo invernale con le sue piste e i suoi impianti sciistici ma che tuttavia d'estate ben si sa trasformare in terreno fertile per il pascolo di numerosi bovini, come testimoniano le tante e ormai secche "buaces" (termine friulano che temo non abbia un lemma equivalente nel dizionario italiano). Al bivio sopra il bivacco Lomasti continuo in direzione sud-est traversando  sotto le pareti terminali del Cavallo, evitando di scendere al bel bivacco per non perdere quota.  Il percorso da questo punto diventa molto intuitivo anche quando, tra grandi massi, paretine e fossi disegnati da fenomeni di carsismo, l'ambiente diventa leggermente labirintico. In ogni caso anche qualora ci fossero dubbi di orientamento i bolli rossi sono sempre presenti e chiari pronti a dar conforto all'escursionista. Dalla sella alla cima, che quota 2209 metri, impiego circa 25 minuti. Il panorama è fantastico e non ha niente da invidiare a quello delle altre cime del gruppo (Aip 2279 e Cavallo 2239). Verso sud si apre quel piccolo varco sulla pianura friulana e sulle terre che mi hanno visto crescere... Infatti lo conosco bene questo varco, ma nella direzione opposta: da casa mia, tra le sagome del San Simeone e del Plauris, lascia intravedere chiaramente questa cima e parte del Cavallo. Scatto qualche foto alla piccola croce con madonnina, un fiore arancione plastificato da un tocco di colore che non guasta. Vedo distintamente alcune persone sulla cima del Cavallo, nei pressi della bella campana. Attira di più però lo sguardo la creta di Aip che, un po' indipendentemente dal punto di osservazione, mi ricorda sempre la forma di un ferro da stiro. Infine  mio malgrado mi accorgo di essere tardi, avevo promesso che in un'ora e un quarto sarei rientrato dalla compagna... E' passata un'ora e un quarto e sono ancora in cima. Ripercorrendo il sentiero a ritroso impiegherò altri 35 minuti per ricongiungermi con Desy che nel frattempo è rimasta a prendersi il sole leggendo un libro immersa nella pace più totale. Mi fermo un po' con lei, mangiamo e ci godiamo il bel sole pomeridiano, le racconto com'era la cima e il percorso. Poi decidiamo di ridiscendere verso il passo. La parte più impegnativa è rappresentata dalla risalita della cresta del monte Madrizze che questa volta effettuiamo seguendo la tranquilla mulattiera. Per tornare all'auto impieghiamo, passeggiando a passo adagio, cieca un'ora e mezza.

Dislivello totale 1200 metri, 17 km per 6 ore in totale incluse soste.

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Larici

Fanno capolino Montasio e Jof Fuart

Creta di Aip da nord est


Bivacco Lomasti

Creta di Aip dalla omonima sella

Verso le Carniche, Zermula davanti e Coglians-Chianevate sullo sfondo

Ancora la Creta

Il Montasio sbuca nuovamente ad una forcella lungo la via di salita

Madonnina e croce di vetta


Verso la pianura, il varco verso casa

Gleris-Chiavals-Zuc dal Bor

Predatori in volo...


Si distinguono le Dolomiti ad ovest, Antelao, Pelmo e Civetta

Cavallo di Pontebba con escursionisti in cima




Giochi di scie nel cielo



Cavallo-Pricot

Le Giulie



Altri giochi di luce-ombre

Riflessi sul bacino idrico