sabato 27 settembre 2014

Peralba e Pic Chiadenis

Fine settembre, io e la mia fidata compagna decidiamo di tentare nuovamente la salita al Peralba dal crestone ovest. Poche settimane prima eravamo stati respinti dal meteo incerto quando eravamo già a metà cresta e nella ritirata successiva avevamo preso giusto qualche goccia di pioggia oramai nei pressi del rifugio Sorgenti del Piave. Questa volta le previsioni sono ottime e soprattutto ottima è la visuale del cielo verso nord. Arriviamo alle sorgenti, ci incamminiamo verso l'attacco della cresta. Come la volta scorsa nel boschetto si fa un po' fatica a individuare la traccia corretta. Saliamo tra i mughi la prima parte agevolmente fino al punto in cui, raggiunta la quota più a ovest del tracciato, si inverte direzione e si inizia a salire sul costone del bestione. Questa prima parte è certamente la più esposta, si sale ripidi tra mughi e roccette ma pochi metri più in basso la parete ovest digrada verticalmente verso la val Visdende creando un senso di vuoto leggermente opprimente. Superato questo tratto iniziale la sensazione di muoversi sopra baratri un po' si allevia, tuttavia il percorso richiede attenzione dall'inizio alla fine. Troviamo il tempo di fare qualche foto, una in particolare su uno spuntone a guardarla fa rabbrividire più di quanto non sia necessario... Si sale tra ghiaie, roccette e resti di trinceramenti della Prima Guerra mondiale. Questi ultimi diventano sempre più frequenti mano a mano che ci avvicina alla vetta. In poco più di due ore siamo sulla panoramica vetta. Nei pressi della campana ci sono già diverse persone salite probabilmente dalla ferrata Sartor. Un padre col bimbo sta arrivando in vetta proprio dalla ferrata, mi meraviglio un po'... Poi penso che da ragazzino, avevo dai 10 ai 13 anni, un caro amico ormai scomparso mi portava spesso con lui in montagna e per ferrate... e quella volta non c'erano kit!  Un cordino e via, oppure in conserva! Cose da far rabbrividire a raccontarle... anche se quelle esperienze sono state per me fortemente formative. Ho imparato a quel tempo ad ascoltare i consigli dei più esperti, a pensare prima di muovermi, a conoscere i diversi tipi di terreno montano e i rudimenti della progressione. A proposito mi sovviene un aneddoto che ancora oggi ricordo spesso. Io e questo caro amico proseguivamo in conserva attraversando un ripido nevaio quando gli chiesi "Ma se dovessi scivolare tu mi terresti?" La risposta "certo, io ho ramponi e picozza per questo." (io non avevo nè l'uno nè l'altro). "E se scivoli tu?" Risposta "Beh... in quel caso.... siamo fregati!". Da quel momento ero più preoccupato per lui che non per me, come comprensibile "Non cadere, non cadere eh...". Torniamo alla cima del Peralba, oggi dalla cima il panorama è davvero sconfinato. Foto di rito, pranzetto frugale e giù per la via normale verso Passo Sesis dove guardo il Pic... Sto bene e non ci sono mai salito,decido quindi di lasciare Desy ad attendermi sui prati e parto all'attacco della via normale che inizia da ovest proprio dai pressi del Passo Sesis. Si attraversa una verde crestina con resti di guerra e si è alla base delle rocce dove sale con difficoltà attorno al I+ in circa 20 minuti. I bolli sono pochi e sbiaditi per cui bisogna fare attenzione al percorso che è inoltre piuttosto esposto ma mai difficile. Arrivo in cima, qualche scatto e ridiscendo dal mio tesoro che mi aspetta mentre segue a vista i miei movimenti. Ricongiunta la coppia scendiamo al rifugio Calvi, come al solito molto affollato. Scendiamo decidendo di bere la birra alle Sorgenti. Per strada si incontrano molte persone intente a cercare di fotografare marmotte.. Tanto che un signore si indispettisce quando scendendo ne faccio scappare una. Capisco la marmotta... che poi altro non è che un grosso topo fischiante, però i sentieri sono fatti per far passare la gente, se uno vuole tentare di fotografare la marmotta basta che si sposti di una ventina di metri dal sentiero e il problema è risolto! Comunque proseguiamo, al rifugio c'è un sacco di gente ma troviamo posto per sederci fuori dove ci gustiamo la meritata birra con vista sul Lastroni.

Dislivello1000 metri compreso il Pic, salita 2:30 discesa 1:30 - Pic salita + discesa 1h