venerdì 23 dicembre 2016

Rifugio Tre Scarperi

Iniziano le ferie natalizie e quest'anno il programma prevede una capatina in val Pusteria, precisamente a Sexten. Scolliniamo al passo di Monte Croce Comelico e  arriviamo nel primo pomeriggio in quel di Sesto dove decidiamo, per non perdere la giornata, di fare un breve giro al Rifugio Tre Scarperi, Drei Schuster Hutte in tedesco. Poco oltre San Candido, svoltando a sinistra al ben segnalato bivio, si accede alla Val Campo di Dentro dove con l'auto superiamo un primo parcheggio e proseguiamo per circa un altro chilometro fino a raggiungerne un secondo dove finalmente lasciamo il mezzo. Visto lo scarso innevamento non servono ghette e ciaspole, si prosegue tranquillamente con i soli scarponi. Saliamo un po' per strada e un po' per il sentierino che attraversando il bosco, per lo più mantenendosi sulla destra, offre una valida alternativa alla monotonia della carrareccia. L'atmosfera qui è invernale, non fa freddo anche se siamo un po' in ombra e gli abeti si presentano in timida veste natalizia, imbiancati più dalla brina che da vera neve. Arriviamo al  rifugio che sorge davanti ad uno spiazzo circondato da una bella staccionata. Alla nostra sinistra si staglia altissima e possente la cima dei Tre Scarperi. La forma della cima mi ricorda quella di uno scettro al quale manca solo la gemma incastonata tra le guglie sommitali. Davanti a noi in direzione sud fa bella mostra di sé anche la cima del Mattino, Morgenkopf e dietro di essa si intravede la sommità della Torre dei Tre Scarperi. Sulla nostra destra invece, direzione ovest, c'è il gruppo della Croda dei Baranci con le sue varie cime minori. Il rifugio è chiuso, rimaniamo finché il sole non scompare dietro alle crode che ci circondano, poi rientriamo seguendo la strada e in circa mezz'ora siamo all'auto.

Dislivello inferiore ai 200 metri, 2 ore in tutto comprese soste.



















sabato 10 dicembre 2016

Slemenova Spica, un altro bel balcone sulle Giulie orientali

Grazie ad un'agevole partenza dagli oltre 1600 metri di passo Vrsic, la Slemenova Spica è una cima facilmente raggiungibile che offre un panorama unico sul versante ovest dello Jalovec e sulle pareti settentrionali della Mala Mojstrovka. Facilità del percorso e notevole panorama rendono questa cima adatta a tutti e proprio per questo motivo penso che non sia raro trovarvi in cima decine e decine di persone. Dal parcheggio si sale in direzione nord tra mughi e ghiaie verso la bella forcella Vrata che si raggiunge in circa 30 minuti. Questa forcella permette di accedere al versante nord della Mala Mojstrovka dove la mole delle pareti settentrionali fa sì che d'inverno praticamente non sorga mai il sole su tutto il sentiero che ne taglia le pendici. Sembra davvero di entrare in un congelatore e la cosa fa un certo effetto considerando che al passo si poteva partire tranquillamente in maniche corte. Utile pertanto mantenere un buon passo durante il traverso in leggera discesa verso la meta finale onde evitare pericolosi raffreddamenti... Si giunge così in una ventina di minuti alla base del pendio finale che si risale in altri 20 minuti e che porta sulla panoramica cima. Non troviamo croci o altri simboli ad aspettarci ai 1911 m della vetta... Troviamo però una ventina di persone intente a godersi i pochi minuti di sole che baciano questa vetta nel mese di dicembre. Non ne sono sicuro ma credo che sulla Slemenova Spica il basso sole di dicembre sorga in pratica da mezzogiorno alle due del pomeriggio circa. Ben prima di quell'ora infatti siamo già sulla strada del ritorno e alle 14 circa siamo al parcheggio pronti a risalire in auto per il rientro. Un giro panoramico, bello e rilassante adatto a tutti che merita di essere preso in considerazione in particolare in questi inverni caratterizzati dall'assenza di neve e dalle calde giornate in quota.
Dislivello 350 metri circa, 2h-2h30' in tutto.












venerdì 9 dicembre 2016

Kranjska Gora e dintorni... monte Ciprnik

Quest'anno per il ponte dell'otto dicembre si opta per la vicina Slovenia e in particolare per la piccola località di Kranjska Gora, troppo spesso e ingiustamente snobbata in passato sebbene dal punto di vista paesaggistico abbia poco da invidiare alle più esclusive località dolomitiche. Cerco qualche percorso in zona, qualcosa di semplice e non troppo faticoso (il periodo richiede un po' di riposo...) sapendo che questo non significa dover rinunciare al gusto dell'avventura e ai piaceri che certi panorami possono regalare alla vista. Apro la cartina e lo sguardo cade subito nelle immediate vicinanze della cittadina, su di una dorsale montuosa posta a sud est della località e che si sviluppa da est a ovest e termina con la quota più alta a 1745 coincidente con la vetta del monte Ciprnik. Da questi modesti rilievi verso nord scendono alcuni impianti sciistici e con  non poco stupore notiamo che una seggiovia è addirittura in funzione (impianto del Vitranc). Opinione personale è che pretendere di sciare in questi giorni, a queste quote e con questo stato di innevamento sia a dir poco "fantozziano". Eppure qualche frequentatore c'è. Tornando al Vitranc quello che mi attira è il panorama che può offrire sulle Giulie orientali da un punto di vista che per noi friulani è nuovo e quindi sicuramente interessante. Siamo immediatamente dietro alla catena delle Ponze, in una conca chiusa verso sud maestose cime mentre verso nord si spalanca la pianura austriaca. Partiamo a piedi dal paese in direzione sud verso passo Vrsic fino ai laghetti di Jasna dove giriamo a destra e iniziamo finalmente a risalire il crinale del Vitranc. L'ambiente, prevalentemente boschivo, in questo tratto il sentiero è piacevole e le miti temperature permettono una risalita con vestiario leggero (giacche, guanti berretti e passamontagna resteranno nello zaino). Arriviamo ad un inaspettato bivio dove entrambi i sentieri sembrano proseguire verso la cima del Vitranc: la differenza la fanno i tempi di percorrenza, il sentiero di sinistra riporta sulla tabella 1h mentre quello di destra aggiunge una mezz'ora in più. Optiamo per quello più ripido di sinistra che sale da qui in poi in maniera più decisa e senza dare mai tregua. Effettivamente però in meno di un'ora ci porta al rifugio Dom na Vitrancu, un po' prima della cima del Vitranc. Il rifugio è chiuso ma i tavoli all'esterno si prestano per fare qui una pausa ristoratrice. Accettiamo l'invito e ci sediamo a mangiare il nostro panino... Nel frattempo il resto della ciurma confessa  di sentirsi appagata della meta raggiunta e, sebbene la cima del Ciprnik disti circa mezz'ora e 200 metri di dislivello, preferiscono tornare indietro per il sentiero fin qui percorso. Chiedo allora il privilegio di poter proseguire da solo, raggiungere la cima ed eventualmente chiudere l'anello scendendo verso la vallata di Tamar sull'altro versante, più o meno uscendo nei pressi dei trampolini di salto con gli sci. Mi viene concesso di poter concludere l'anello... Un po' mi dispiace ma sento subito che questo fa riaccendere in me quella eccitazione che provo quando esco in solitaria... Quel sapere che da lì in poi sarò solo io con la montagna. Non so spiegarlo ma è qualcosa che ti brucia dentro, è proprio eccitazione e solo provandolo si può capire. Riparto di slancio, in meno di mezz'ora sono sulla cima del Ciprnik superando qualche saliscendi in cresta mentre nella parte finale il sentiero si fa leggermente più tecnico pur rimanendo  escursionistico. Alcuni tratti attrezzati con scalini e passamano richiedono però un po' di attenzione in più. Dalla cima la vista si apre verso ovest, in particolare verso lo Jalovec. Il panorama è stupendo, simile a quello che avevo sognato guardando la cartina... ma quello che lo rende più speciale per me è che offre un punto di vista completamente differente a quello cui sono abituato (ovvero da ovest). Vedo dal nord tutte le Giulie orientali, Skrlatica, Spik, Razor, Prisank, Jalovec e dietro di essi spunta pure la sagoma incombente e superlativa del Triglav. Come penso succeda sempre con le parole non si può raccontare lo spettacolo di certi panorami, vanno vissuti e basta. Dopo una ventina di minuti spesi ad ammirare questi giganti (in particolare la Skrlatica e lo Jalovec) inizio la discesa, sono le 13:30 e so che dopo le 15 le temperature inizieranno a scendere velocemente. Percorro a ritroso l'ultimo tratto di ascesa al cucuzzolo terminale e quando arrivo al bivio decido di scendere verso il Tamar. Anche questo sentiero è molto piacevole, scende intelligentemente e con numerose svolte in un bel boschetto aggirando i versanti più franosi e scoscesi del monte. Un centinaio di metri prima di arrivare ai trampolini trovo un bivacco in legno posizionato su un punto molto panoramico a mo' di nido d'aquila. Immagino che ben si presti per seguire le evoluzioni dei saltatori durante i campionati del mondo. Dai trampolini il rientro in città avviene prevalentemente tramite pista che in falsopiano permette in circa 45 minuti di camminata di raggiungere il punto iniziale chiudendo l'anello. Gli altri sono già lì ad aspettarmi, scendendo con la calma mi hanno preceduto di meno di mezz'ora.
Tempo di salita 2h30 per il Ciprnik, 1h per la discesa ai trampolini e 45' per il rientro a piedi. 14,5 Km di sviluppo e 1250 m di dislivello positivo totale inclusi saliscendi.

Percorso GPS - Anello del Ciprnik










martedì 1 novembre 2016

Creta di Riosecco... una piacevole novità

Al nostro arrivo in tarda mattinata ci accoglie una Pramollo ancora semi-desertica. In questo periodo la località è completamente fuori stagione: malghe e alpeggi hanno da tempo chiuso i battenti mentre per la neve sciabile si deve aspettare ancora alcune settimane col risultato che in giro non si trova praticamente nessuno e gli esercizi commerciali sono tutti chiusi. Buon per noi. Calzati gli scarponi partiamo verso la nostra prima meta, la Sella di Aip. Salendo a vista puntiamo verso la cresta del Monte Madrizze, riconoscibile per i numerosi impianti di risalita posti sulla larga e verdeggiante cresta. Proseguiamo così alternando tratti di sentierino ad altri sulle piste da sci o sulle sterrate adibite al transito di mezzi a motore. Con ritmo blando in tre quarti d'ora effettuiamo lo scollinamento della cresta del Madrizze. Successivamente è obbligatorio scendere di circa duecento metri nel valloncello sull'altro versante per poi risalire verso sella di Aip che collega tra di loro i massicci del monte Cavallo ad est a della Creta di Aip a ovest. Inizialmente per scendere decidiamo di seguire il sentiero 413-414 ma giunti circa al punto più basso sbagliamo strada svoltando a destra verso l'ultimo dei laghetti artificiali costruiti su questo versante invece di proseguire verso sinistra (indicazioni in austriaco monte Cavallo e Sella di Aip). Dall'ultimo bacino idrico risaliamo il ramo di destra della pista che scende dal Trogkofelbahn, ovvero l'impianto di risalita più alto di questo versante del comprensorio sciistico. Poco più sotto, a quota 1900 circa, lascio riposare sotto i mughi la compagna di viaggio e proseguo da solo verso la cima della Creta di Riosecco. Raggiungo la sella e finalmente davanti a me si apre il panorama verso sud. Percorro una facile crestina a cavallo tra due vallate molto particolari: da una parte il versante soleggiato dei pascoli tra Studena e di Cason di Lanza; dall'altro il più freddo e ombroso versante  comprensorio di Pramollo, votato al turismo invernale con le sue piste e i suoi impianti sciistici ma che tuttavia d'estate ben si sa trasformare in terreno fertile per il pascolo di numerosi bovini, come testimoniano le tante e ormai secche "buaces" (termine friulano che temo non abbia un lemma equivalente nel dizionario italiano). Al bivio sopra il bivacco Lomasti continuo in direzione sud-est traversando  sotto le pareti terminali del Cavallo, evitando di scendere al bel bivacco per non perdere quota.  Il percorso da questo punto diventa molto intuitivo anche quando, tra grandi massi, paretine e fossi disegnati da fenomeni di carsismo, l'ambiente diventa leggermente labirintico. In ogni caso anche qualora ci fossero dubbi di orientamento i bolli rossi sono sempre presenti e chiari pronti a dar conforto all'escursionista. Dalla sella alla cima, che quota 2209 metri, impiego circa 25 minuti. Il panorama è fantastico e non ha niente da invidiare a quello delle altre cime del gruppo (Aip 2279 e Cavallo 2239). Verso sud si apre quel piccolo varco sulla pianura friulana e sulle terre che mi hanno visto crescere... Infatti lo conosco bene questo varco, ma nella direzione opposta: da casa mia, tra le sagome del San Simeone e del Plauris, lascia intravedere chiaramente questa cima e parte del Cavallo. Scatto qualche foto alla piccola croce con madonnina, un fiore arancione plastificato da un tocco di colore che non guasta. Vedo distintamente alcune persone sulla cima del Cavallo, nei pressi della bella campana. Attira di più però lo sguardo la creta di Aip che, un po' indipendentemente dal punto di osservazione, mi ricorda sempre la forma di un ferro da stiro. Infine  mio malgrado mi accorgo di essere tardi, avevo promesso che in un'ora e un quarto sarei rientrato dalla compagna... E' passata un'ora e un quarto e sono ancora in cima. Ripercorrendo il sentiero a ritroso impiegherò altri 35 minuti per ricongiungermi con Desy che nel frattempo è rimasta a prendersi il sole leggendo un libro immersa nella pace più totale. Mi fermo un po' con lei, mangiamo e ci godiamo il bel sole pomeridiano, le racconto com'era la cima e il percorso. Poi decidiamo di ridiscendere verso il passo. La parte più impegnativa è rappresentata dalla risalita della cresta del monte Madrizze che questa volta effettuiamo seguendo la tranquilla mulattiera. Per tornare all'auto impieghiamo, passeggiando a passo adagio, cieca un'ora e mezza.

Dislivello totale 1200 metri, 17 km per 6 ore in totale incluse soste.

Visualizza percorso su doarama

Larici

Fanno capolino Montasio e Jof Fuart

Creta di Aip da nord est


Bivacco Lomasti

Creta di Aip dalla omonima sella

Verso le Carniche, Zermula davanti e Coglians-Chianevate sullo sfondo

Ancora la Creta

Il Montasio sbuca nuovamente ad una forcella lungo la via di salita

Madonnina e croce di vetta


Verso la pianura, il varco verso casa

Gleris-Chiavals-Zuc dal Bor

Predatori in volo...


Si distinguono le Dolomiti ad ovest, Antelao, Pelmo e Civetta

Cavallo di Pontebba con escursionisti in cima




Giochi di scie nel cielo



Cavallo-Pricot

Le Giulie



Altri giochi di luce-ombre

Riflessi sul bacino idrico